La carta delle materie prime minerali della Svizzera
Nel 1994 la Commisione Geotecnica Svizzera ha pubblicato una
ricca banca-dati sulle risorse minerarie nazionali, cioe quelle
rocce o quei minerali dai quali è tecnicamente ed economicamente
possibile estrarre materiali come metalli, sostanze per uso
industriale o per ricavarne energia. Tutte queste informazioni
sulla geologia, le mineralizzazioni, l’attività
mineraria e le localizzazioni dei giacimenti sono state riunite,
per quanto riguarda il Canton Ticino, nel “foglio Ticino
- Uri” della “Carta delle materie prime minerali
della Svizzera” e nelle relative “Note esplicative”.
Questo documento, di carattere prettamente geologico, riveste
una notevole importanza non solo per l’aspetto scientifico,
ma anche da un punto di vista economico.
Fra gli addetti ai lavori il Ticino è generalmente conosciuto
come “...regione ricca di giacimenti poveri...”,
infatti nel breve tratto tra Chiasso ed Airolo sono presenti
più di 250 giacimenti e decine di miniere, ma quasi tutte
piuttosto ridotte da un punto di vista quantitativo.
Un eventuale sfruttamento sarebbe quindi oltremodo oneroso per
diversi motivi, soprattutto pensando che in periodi di pace
come quello attuale la maggior parte delle materie prime utili
all’industria svizzera viene importata da altre nazioni
dove vengono prodotte in grandi quantità e ad un costo
decisamente minore.
Diverso sarebbe invece il discorso in caso di eventuali conflitti
bellici dove le importazioni potrebbero venire bloccate ed
il nostro paese si troverebbe quasi certamente a far fronte
ad una penuria di materie prime.
La “Carta delle materie prime minerali della Svizzera”
fungerebbe in questo caso da indispensabile supporto ad eventuali
decisioni di tipo politico riguardanti l’approvvigionamento
questi prodotti in periodi di crisi.
Nella regione locarnese la zona più ricca di materie
prime minerali è quella delle Centovalli dove troviamo
diversi giacimenti di notevole interesse.
Tra i più interessanti segnalati da questo documento
troviamo:
Il nichel e la cromite
Da oltre mezzo secolo il versante settentrionale del Monte
Gridone è conosciuto agli studiosi per la presenza di
importanti mineralizzazioni di nichel, cromite e ferro.
Numerosi e importanti studi sono stati intrapresi per far luce
sull’origine di interessanti minerali presenti nella regione,
come il ferro, l’amianto, il rame e soprattutto sulle
uniche mineralizzazioni nichel-cromo della Svizzera e sui molti
tipi di rocce che compongono questa unità, caratterizzate
tra l’altro da un’alta densità e quindi particolarmente
pesanti (il peso specifico della peridotite ad esempio è
di ca. 3,5 kg. al dm3 a confronto dei 2,7 kg. al dm3 del granito).
A queste sono pure legate le anomalie magnetiche e gravimetriche
rilevate in questa zona e non riscontrabili in nessun’altra
parte dell’arco alpino.
La mineralizzazione nichel-cromo nelle Centovalli è
intimamente legata ai minerali che costituiscono le rocce basiche
e ultrabasiche della "Zona Ivrea-Verbano" (vedi sopra).
Le mineralizza-zioni a solfuri di nichel affiorano a partire
dal lato orientale della Val di Capolo fino alla Val di Mezzo
e sono incluse nelle peridotiti orneblenditiche e flogopitiche.
Nella Val del Boschetto, a sud del villaggio Palagnedra, si
trova la mineralizzazione più ricca di nichel.
In alcuni “assaggi” eseguiti negli anni ‘70
sono stati osservati tenori medi di questo minerale tra lo 0,45
e lo 0,55%. Il minerale si presenta in granuli giallastri ben
visibili nella peridotite o nella dunite serpentinizzata nera
creando un bel contrasto.
Il nichel, che non si trova mai allo stato puro, si trova associato
ai seguenti minerali: pentlandite, magnetite, heazlewoodite,
awaruite, rame nativo, mackinawite, pirrotina, violarite, calcosina,
bornite, covellina, calcopirite, cubanite, valeriite, gersdorffite,
cobaltite, rammelsbergite. Inoltre le analisi effettuate mediante
microsonda elettronica hanno permesso di accertare la presenza
del minerale djerfisherite, un raro solfuro di potassio, rame,
ferro e nichel (Bianconi et al. 1978).
Le ricerche dell’ufficio svizzero di Guerra
Il giacimento nichelifero della Val di Capolo, a sud di Moneto,
fu scoperto nel 1940, ma solamente alcuni anni più tardi,
su comando del "Corpo delle miniere e dell'ufficio di guerra
per l'industria e il lavoro" preposto a garantire tra l'altro
l'approvvigionamento di materie prime in caso di guerra, furono
intrapresi studi sistematici, poi ripresi negli anni successivi,
per analizzare le percentuali di minerali utili per poi eventualmente
procedere ad un loro sfruttamento.
L’affioramento di nichel della Val del Boschetto venne
scoperto da Walter nel 1941 durante il rilievo geologico della
regione del Gridone.
All inizio degli anni '70 delle nuove ricerche permisero di
scoprire, sempre sul versante settentrionale del Gridone, altri
giacimenti analoghi.
Ogni tonnellata di roccia mineralizzata di questa zona contiene
da 0,1 a 0,5% di nichel e fino al 10% di ferro. Nella Val di
Front le mineralizzazioni di nichel sono accompagnate da tenori
di rame relativamente alti.
Lungo il versante orientale della Testa di Misello, sempre nelle
peridotiti, sono presenti affioramenti del minerale cromite,
dal quale si può estrarre il cromo, usato per la cromatura
di oggetti e per la preparazione di leghe dotate di notevole
durezza e tenacità.
In questa regione sono presenti mineralizzazioni contenenti
fino al 50% di questo minerale.
Elemento chimico con simbolo Ni, il nome deriva dal folletto
Nichel, il quale, secondo la leggenda, faceva credere ai minatori
che i minerali di nichel, senza valore, fossero minerali di
rame.
È un metallo splendente grigio argenteo, lucente, con
riflesso verdastro. Tenace, duttile e malleabile per cui può
essere trafilato in fili sottili e ridotto a lamine di spessore
fino a 0,1mm. Ha un’ottima resistenza alla corrosione.
È il costituente fondamentale nelle leghe resistenti
alla alte temperature e viene adoperato nella preparazione dell’oro
bianco.
La cromite è il minerale principale per l’estrazione
del cromo, elemento con simbolo Cr, utilizzato per la cromatura
e la preparazione di leghe dotate di una notevole durezza e
tenacità.
Nella crosta terrestre il cromo è contenuto nella misura
dello 0,02%. In campo metallurgico il cromo viene usato come
componente di molte leghe di ferro, nichel o cobalto alle quali
conferisce elevata durezza; negli acciai inossidabili, ad esempio,
è presente in concentrazione del 10%. L'alto punto di
fusione e l'elevata stabilità strutturale consentono
inoltre un largo utilizzo della cromite come materiale refrattario.
È pure importante l'uso dei composti del cromo in conceria
e in tintoria, in particolare nella produzione di pigmenti.
L’ amianto (asbesto) e il talco
Anche l’amianto (il cui termine più corretto dal
punto di vista mineralogico è asbesto), nella varietà
denominata crisotilo, o amianto di serpentino, è presente
in quantità degne di nota lungo tutto il versante settentrionale
del Gridone.
Questo minerale, di color verde-giallo particolarmente lucente
nelle porzioni fresche, si presenta con una struttura fibrosa
in venature, a volte fino a 1 cm. di spessore, incassate nella
serpentinite. Strofinato tra le dita il crisotilo mostra chiaramente
il fenomeno della “floculazione”, caratteristica
dell’amianto
Un’altra varietà di amianto, generalmente associata
agli affioramenti di pietra ollare, è il cosiddetto
“amianto di anfibolo” o “bissolite”
derivante dall’alterazione di anfiboli (in particolare
la tremolite e l’actinolite). Anche in questo caso l’aspetto
è fibroso mentre il colore è sul bianco-avorio.
In merito a questo minerale è interessante segnalare
due richieste di estrazione avvenute all’inizio del secolo
scorso da parte di un certo Giacomo Giubbini di Intragna. La
prima riguarda l’affioramento in località “Rivöra”
vicino a Calezzo (frazione di Intragna) per la quale venne richiesta
un autorizzazione cantonale (ris. governativa no. 1201 del 2.12.1901).
La seconda richiesta è invece datata 4.12.1906 si riferisce
a degli “assaggi” nell’affioramento in località
“Madrona” nei pressi di Costa s/Borgnone (Archivio
Patriziale di Borgnone).
L’amianto ha rivestito, fino a qualche anno fa, un notevole
interesse per le sue proprietà antincendio, veniva infatti
utilizzato per la costruzione di freni per veicoli, di tute
per pompieri, guarnizione per caldaie o come componente dell’Eternit.
Negli ultimi anni è stato messo al bando poiché
ritenuto cancerogeno ed è stato sostituito da materiali
sintetici con le medesime proprietà.
Altro minerale interessante, anch’esso legato alla pietra
ollare, è il talco, rinvenuto nei pressi di Calezzo in
piccole venature color bianco-verdastro fino a 1 cm. di spessore,
mentre risulta piu’ abbondante nella Val Nocca, sopra
Verscio, dove nei primi anni del novecento Pio Pellanda estrasse
notevoli quantità di questo minerale il quale veniva
in seguito trasportato in Germania per la lavorazione.
Il talco è un minerale molto tenero (no. 1 della scala
di Mohs) di colore bianco, verde o brunastro, untuoso al tatto
e utilizzato nelle industrie tessili, dei coloranti e dei cosmetici.
La molibdenite
La “Carta delle materie prime minerali della Svizzera”
segnala un giacimento di molibdenite nei pressi di Intragna.
La molibdenite (MoS2) è il principale minerale per l’estrazione
del molibdeno, un metallo che in forma pura è di colore
bianco argenteo. È molto duro e tra gli elementi è
quello contraddistinto da uno dei più elevati punti di
fusione. Trova applicazione soprattutto come costituente di
leghe speciali molto resistenti in grado di resistere a temperature
e pressioni elevate.
I feldspati
I feldspati sono una famiglia di minerali allumosilicati di
potassio, sodio e calcio che formano il circa il 60% della crosta
terrestre e sono tra i principali costituenti delle pegmatiti.
L'albite è il termine estremo della serie isomorfa dei
plagioclasi, soluzioni solide feldspatiche di composizione variabile
da quella dell'albite, sodica, a quella dell'anortite, calcica.
L'ortoclasio, il microclino ed il sanidino sono le forme polimorfe
più comuni del feldspato di potassio (K-feldspato).
Nell’industria vengono utilizzati per la fabbricazione
di ceramiche pregiate come la porcellana e la maiolica.
Nei documenti dell’archivio patriziale di Borgnone sono
contenute due richieste di estrazione di questo materiale, la
prima nel riale Ribellasca, nel 1906, da parte di un certo Albino
Gianatelli mentre la seconda fu inoltrata dalla Società
d’industria ceramica di Laufen per l’estrazione
di 10-15 tonnellate di feldspato nei pressi della stazione di
Camedo. Il più grosso affioramento di feldspato delle
Centovalli, segnalato sulla carta delle materie prime, si trova
nei pressi di Bordei.
Oro, uranio e wolframio
Nei terreni alluvionali del fiume Melezza è menzionata
la presenza di oro. L'affioramento in questione è stato
scoperto grazie alle scrupolose e metodiche ricerche intraprese
nel corso degli an-ni '70-'80 da C. Leuthold (1926-1986) di
Crana. Qui l'oro è accompagnato da altri rarissimi ele-menti
tra cui l' uranio e il wolframio. Dato l'interesse scientifico
del sito, la CGS durante l’allestimento della carta ha
proceduto ad effettuare analisi più approfondite di queste
alluvioni at-traverso indagini di spettroscopia atomica di assorbimento
e di attivazione neutronica indotta onde stabilire l'esatta
composizione mineralogica e l'effettiva consistenza del giacimento.
L’oro, che non ha bisogno di particolari presentazioni,
é un elemento chimico con simbolo AU; molto pesante,
duttile e malleabile. È inattaccabile dagli acidi tranne
che dall’acqua regia.
Uranio: elemento metallico radioattivo con simbolo U. In natura
non si trova allo stato libero ma solo sotto forma di ossido
o sale complesso in minerali come l’uraninite (come nel
caso delle Centovalli). Dopo la scoperta della fissione nucleare,
l'uranio divenne un metallo di importanza strategica, utilizzato
principalmente per la produzione di energia nei reattori nucleari,
ma anche nelle armi nucleari.
Il wolframio (o tungsteno), elemento con simbolo W. Allo stato
puro ha colore argenteo ed è duttile, fonde a 3410 °C,
non si trova mai allo stato libero in natura, ma sempre combinato
con altri metalli, in particolare nei minerali scheelite (come
nel caso delle Centovalli) e wolframite, che ne sono fonti importanti.
Il tungsteno viene principalmente usato nei filamenti delle
lampade a incandescenza, nei cavi dei forni elettrici e per
la produzione di leghe durissime, in particolare con il ferro.
Trova impiego anche nella produzione di candele per motori,
di contatti elettrici e come bersaglio per i tubi a raggi X.
Conclusione
Sebbene che sulla carta delle materie prime non siano espressamente
menzionati, non sarebbe da escludere da un punto di vista mineralogico,
la presenza in questa regione di minerali appar-tenenti al gruppo
del platino (Pt).
Le rocce che caratterizzano il Gridone sono infatti in alcuni
casi delle peridotiti di tipo dunitico, considerate le rocce
madri di queto raro e preziosissimo metallo.
A questo proposito è interessante segnalare che già
nel lontano 1948 l’illustre studioso ossolano Aldo G.
Roggiani fece analizzare, dall’Istituto di ricerche della
Montecatini di Novara, dei campioni di roccia provenienti dalla
vicina Valle Vigezzo (I). L’esame spettrografico confermò
la presenza di questo metallo nella percentuale di gr. 0,01
per metro cubo di roccia. Ricerche più recenti condotte
sempre in Val Vigezzo, hanno confermato la presenza di rari
minerali di Platino tra i quali la cuproiridsite, la cuprorodsite
e la xingzhongite.
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